domenica 15 luglio 2012

Quando la semplificazione esclude i cittadini

Nei giorni scorsi la Giunta Comunale ha approvato una regolamentazione per l’occupazione del suolo pubblico da parte di esercenti attività commerciali. Si definisce SCIA, segnalazione certificata inizio attività. In buona sostanza il provvedimento prevede che chi ne abbia interesse ed abbia le carte in regola può autocertificare di possedere i requisiti richiesti, autocertificare che occuperà un certo numero di metri quadrati di marciapiede, piazza o bastione, e pagare il dovuto.
Sarà cura degli uffici,  una volta al mese, sorteggiare il dieci per cento delle segnalazioni pervenute e fare i dovuti controlli.
Non vi è traccia, però, di un qualche strumento da mettere nelle mani dei cittadini perché essi stessi abbiano la possibilità di verificare se quel tipo di attività sia regolare, se i metri occupati siano realmente quelli dichiarati e, quindi, concessi e se talune brutture che è facile constatare, in qualunque ora del giorno e della notte, siano un atto di abusivismo oppure una regolare, per quanto inconcepibile, autorizzazione comunale.
Uno degli ultimi atti della Giunta Venneri ter, quella fatta cadere a suon di banda musicale, prevedeva la obbligatoria pubblicità dell’atto autorizzativo all’occupazione del suolo pubblico e l’indicazione in loco del posto assegnato in modo tale che anche i passanti potessero constatare gli eventuali abusi. Si disse che una delle cause di tale caduta poteva trovarsi in quell’ordinanza. Tant’è che le lobby festeggiarono.  Era un primo passo verso un controllo più “partecipato”.
E se oggi si riprendesse quell’ordinanza?  Se tutte le planimetrie autocertificate fossero visionabili sul sito internet del Comune e, con le stesse procedure concesse a chi occupa il suolo pubblico, si desse la possibilità ai singoli cittadini di difendere la parte restante di quel suolo pubblico, di  esigere il rispetto delle regole e reclamare i propri diritti? Perché non semplificare anche la vita dei cittadini? Sarebbe un forte segnale di trasparenza a garanzia della imparzialità della pubblica amministrazione.
Quello che non avremmo voluto vedere e che, purtroppo, abbiamo visto è conseguenza di un deficit di trasparenza e di semplificazione a doppio senso, oltre che di mancati controlli. Un disabile in carrozzina che attraversa una piazza importante del borgo antico, obbligato a farsi spingere sulla sede stradale perché il marciapiede è totalmente occupato da tavoli e fioriere, contro mano rispetto al senso di marcia degli autoveicoli, e con grave rischio per la propria incolumità.
E’ una brutta foto di questo primo scorcio di estate gallipolina 2012 che ci auguriamo venga presto rimpiazzata da un’altra che riproduca  una città bella, accogliente ed ordinata.
15 luglio 2012
                                                                                                          Roberto Piro